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«Non sono mai stato né omosessuale, nè marchettaro, né sieropositivo» ha sottolineato in un'intervista al quotidiano cattolico online Petrus. Anzi «sfatiamo questa leggenda, se mi sono esibito alle manifestazioni di certe lobbies gay è perché sono convinto che per poter combattere certe deviazioni e depravazioni, bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani, conoscerle nella loro più cruda realtà, e CALARSI al loro interno. Non credo che un cattolico perché io tale sono possa esimersi da un preciso dovere morale solo per la paura di ciò che la gente può pensare.». Non solo. Storm rivela di essere anche un devoto di Paola Binetti. Si sente vicino alla professoressa per la sua logica del lavoro, spiega: «Io credo nella ricerca del bello, nella santità e nella mistica del lavoro, che poi vuol dire santificarsi per mezzo della propria professione», e anche Paola Binetti «non fa del lavoro un idolo, ma affermava che qualsiasi attività dovesse essere eseguita con scrupolo, professionalità e dedizione. Così ci si santifica nel lavoro e si santifica il lavoro»: quello che il discussissimo protagonista di «Take My Belt», nonchè animatore dei più torbidi poz-parties europei cerca di fare ogni giorno della sua esistenza, contrastando «ogni forma di ateismo e di secolarismo, fenomeni che mortificano purtroppo i nostri tempi».
«Io barebacker e sieropositivo? Ma per niente affatto. Non si pretenda che proprio io faccia propaganda ai preservativi, però.» «Sono semplicemente e genuinamente allineato coi principi morali della Chiesa romana» ci conferma Storm: «La Chiesa è tra i più grandi operatori di cura sanitaria nel mondo. E' stato dimostrato che la distribuzione generalizzata del preservativo e programmi educativi orientati al cosiddetto safe sex sono controproducenti, cioè fomentano una maggior diffusione dell'infezione dell'Hiv.» E un po' amaramente aggiunge: «Certo, se ormai diventa proibito anche sostenere i valori propri di ciascuno e delle Radici Cristiane, non mi meraviglio che certe posizioni scomode possano diventare spunto per chi in malafede le voglia trasformare in vili calunnie e farne trappole per sciocchi»
Professione di fede inaspettata da un personaggio come lui, sempre un po' controcorrente. Ma Piero Strada è un profondo credente. Va a messa, rifiuta l'aborto («La vita va difesa sempre e comunque »), cerca Dio («La ricerca del divino e della trascendenza fanno parte della natura umana»). Lo scorso mese si faceva inculare in un'orgia di compleanno, ma era solo per meglio calarsi in quella cruda realtà: «il livello del suo impegno è così elevato da sfuggire a quelle menti che ricercano, nel mondo attuale, solo l'insulto». Pochi anni prima, in analoghe circostanze, si faceva scopare insieme da un manipolo di negri e di pornoattori berlinesi: «Non è questione di colore della pelle, ma di dimensioni del cazzo. Entrambi ci insegnano che nessuno ha più ragione/ concludono che religione e ideologia saranno mescolate nei problemi/ precise come l'orario per i treni».
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